"NON FARE AGLI ALTRI CIO'CHE NON VUOI SIA FATTO A TE". (quod tibi fieri non vis, alteri ne feceris). Questa frase compendia tutta la morale cristiana. L'imperatore Alessandro Severo la fece scrivere nel suo palazzo e nei suoi uffici.





LA MUSICA PER ME E' TERAPEUTICA, E' UNA FORMA DI PREGHIERA CHE VA AL DI LA' DELLE PAROLE DEL TESTO. E' UN GRANDE AMORE, L'ASCOLTO SEMPRE ANCHE QUANDO DORMO. ALLORCHE' LE NOTE ARRIVANO AI MIEI ORECCHI L'ANIMA DANZA NELL'INFINITO CIELO DELL'ARMONIA E DELLA PACE.







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mercoledì 26 febbraio 2020

MERCOLEDI' DELLE CENERI


Il Mercoledì delle ceneri è il mercoledì precedente la prima domenica di quaresima che, nelle Chiese cattoliche di rito romano e in molte Chiese protestanti, coincide con l'inizio della quaresima, periodo liturgico "forte" a carattere battesimale e penitenziale in preparazione della Pasqua cristiana. 

In questo giorno tutti i cattolici dei vari riti latini sono tenuti a far penitenza e ad osservare il digiuno e l'astinenza dalle carni. 

Da queste disposizioni ecclesiastiche derivano alcune locuzioni fraseologiche come carnevale o martedì grasso.

Carnevale –dal latino “Carnem levare”, ossia “eliminare la carne” o Martedì Grasso, ultimo giorno di Carnevale, in cui si può mangiare “di grasso”.

Per questo, il rito dell’imposizione delle ceneri, prevede anche la pronuncia di una formula di ammonimento, scelta tra due possibilità: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai” oppure “Convertitevi e cedete nel Vangelo”…. 


Formula introdotta dalla riforma liturgica a seguito del Concilio Vaticano II per sottolineare quanto la liturgia delle Ceneri sia un momento penitenziario comunitario e non personale. 

A essere bruciate e ridotte in cenere sono le palme e i rami d’olivo benedetti in occasione della domenica delle Palme dell’anno precedente.

Nel Rito Ambrosiano, in cui la Quaresima è posticipata di 4 giorni e inizia la domenica immediatamente successiva (e in cui il Carnevale termina col Sabato Grasso), l’imposizione delle Ceneri avviene o in quella stessa domenica di Quaresima o il lunedì seguente.
Il giorno di digiuno e di astinenza, invece, viene posticipato al primo venerdì di Quaresima.


LA QUARESIMA dura 40 giorni perché ricorda i 40 giorni che Gesù trascorse nel deserto.

In realtà, dura 44 giorni perché le domeniche (che sono 4 in questo periodo) non contano come Quaresima: il periodo di penitenza "si interrompe" nelle domeniche che ricordano il giorno della resurrezione di Gesù.