"NON FARE AGLI ALTRI CIO'CHE NON VUOI SIA FATTO A TE". (quod tibi fieri non vis, alteri ne feceris). Questa frase compendia tutta la morale cristiana. L'imperatore Alessandro Severo la fece scrivere nel suo palazzo e nei suoi uffici.





LA MUSICA PER ME E' TERAPEUTICA, E' UNA FORMA DI PREGHIERA CHE VA AL DI LA' DELLE PAROLE DEL TESTO. E' UN GRANDE AMORE, L'ASCOLTO SEMPRE ANCHE QUANDO DORMO. ALLORCHE' LE NOTE ARRIVANO AI MIEI ORECCHI L'ANIMA DANZA NELL'INFINITO CIELO DELL'ARMONIA E DELLA PACE.







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domenica 19 agosto 2018

2CARD. JEAN-LOUIS TAURAN

Tutti noi qui presenti abbiamo dovuto un giorno o l'altro abbozzare una risposta. L'esistenza di Dio e la realtà del male coesistono da sempre all'orizzonte dello spirito umano. Tommaso d'Aquino, all'inizio della Summa Teologica, ponendo la domanda «Utrum sit Deus» comincia a rispondere col presentare due elementi che militano contro l'esistenza di Dio: il primo è, appunto, il male e il secondo la possibilità di spiegare il mondo studiando le leggi della natura, cioè senza dover ricorrere a una causa trascendente. Ma, per Tommaso, la prima obiezione all'esistenza di Dio è proprio l'esistenza del male: se un Essere infinitamente buono, perfetto esiste esclude il suo contrario, cioè il male. Ora, l'esistenza del male è evidente. Quindi l'esistenza di un tale Essere infinitamente buono è improbabile. Così ragionano gli Agnostici. Se l'esistenza di Dio non è evidente, però, quella del male sì lo è! Il male lo troviamo innanzitutto in noi: noi vorremmo essere persone rispettabili ma l'egoismo, il desiderio di apparire, di passare in prima posizione, di avere sempre ragione soffocano i nostri slanci di generosità e ci impediscono di essere coerenti con noi stessi. Paolo esprime bene questo nella Lettera ai Romani: «c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio» (7, 18-19).