"NON FARE AGLI ALTRI CIO'CHE NON VUOI SIA FATTO A TE". (quod tibi fieri non vis, alteri ne feceris). Questa frase compendia tutta la morale cristiana. L'imperatore Alessandro Severo la fece scrivere nel suo palazzo e nei suoi uffici.





LA MUSICA PER ME E' TERAPEUTICA, E' UNA FORMA DI PREGHIERA CHE VA AL DI LA' DELLE PAROLE DEL TESTO. E' UN GRANDE AMORE, L'ASCOLTO SEMPRE ANCHE QUANDO DORMO. ALLORCHE' LE NOTE ARRIVANO AI MIEI ORECCHI L'ANIMA DANZA NELL'INFINITO CIELO DELL'ARMONIA E DELLA PACE.







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domenica 19 agosto 2018

5CARD. JEAN-LOUIS TAURAN

Il problema è che, dopo il peccato originale, siamo tutti creature ferite, un misto di bene e male. A volte il bene prende il sopravvento, altre volte il male. Tanto che quando noi diciamo «io», è un «io» che non è sempre responsabile; è spesso un «io» egoista, violento, dominatore. È allora che dobbiamo guardare all'uomo perfetto: Gesù. Certo, come tutti gli ebrei, Egli ha pregato con le parole dei Salmi che chiedevano a Dio di intervenire, di mostrare la sua potenza. Nell'Orto degli Ulivi chiederà a Suo Padre di «allontanare questo calice», ma... alla fine si abbandonerà con fiducia nelle mani del Padre: «nelle tue mani rimetto il mio spirito». II mondo, nella sua diversità, è una libera creazione che dà alle creature una libertà autentica con il rischio di vederle perdersi. E questo è ciò che è avvenuto. Dio ci ama a tal punto che rispetta la nostra volontà di rifiutarlo, di allontanarsi da Lui, anzi di abbandonarlo. Sant'Agostino parla in modo geniale di questa dialettica dell'amore divino, dialettica tra la «desertio meliorum» (l'uomo che fugge davanti al meglio) e il «non deserens nisi deseratur» (Dio che non abbandona che coloro che l'abbandonano). Per un Dio che è amore, il solo rimedio è di andare a cercare l'uomo nel cuore stesso del suo male, rinunciando a tutta la sua potenza: è la «follia della croce», di cui ha parlato Paolo. Gesù è venuto non per eliminare la sofferenza, ma per soffrire con noi. Non ha distrutto la croce, ma vi si è steso sopra. Il Curato d'Ars commenta: «Nessuno avrebbe potuto inventare questo». Quindi il male mette in contatto due persone: Dio e l'uomo, che si amano reciprocamente. Né le religioni orientali (per le quali Dio non è una persona), né l'Islam (che rifiuta uno scambio reciproco tra Dio e la sua creatura) possono avere idea di tale reciprocità.